Nelle Sculture Basse (Humus), la luce riverbera dai monocromi rossi, neri e bianchi di queste morbide e rigorose opere di terra e d’onda, in cui i colori puri divengono forme plastiche dislocate sulle pareti e sul pavimento. Ogni forma primaria pare deformata dall’adattamento alle sollecitazioni dell’ambiente circostante e innesca una mobilità nell’ambiente stesso, nel quale anche l’osservatore è immerso.
L’effetto è quello di una sorta di neo-minimalismo dinamico, in cui ogni opera è presa tra le forze contrapposte di espansione e compressione. Tutto spinge verso l’infinito, verso un modo nuovo di rapportarsi al reale, più vero e intenso. Humus, in latino la terra, è l’origine da cui continuamente l’uomo si allontana per poi ritornarvi, è la metafora di ogni appartenenza, anche culturale, storica e geografica, intesa come tensione tra identità e divenire., come in un campo sterminato o persino un mare, riverberato d’onde luminose.